Oggi Erica e Barbara hanno svolto del lavoro supplementare coi costumi: quattrocento pezzi da confezionare entro pochi giorni. Accorsa in loro aiuto dopo colazione, che cosa ti ritrovo? Erica vestita da pagliaccio col cappello giallo in testa e fisarmonica spalancata, circondata da uno stuolo di ragazzini eccitati. Le note allegre dei suoi pezzi più famosi si udivano sin nel giardino.
Immancabilmente, all’arrivo e alla partenza dal centro grappoli di bambinetti salutano, affacciati alle balaustre e alle finestre. Non smettono di chiedere se ci ricordiamo i loro nomi. E come potremmo dimenticarvi Kovita, Renuka, Suresh, Rupa, Tippi, Saku?
Pioggia da mattina a sera, strade inondate da fiumi d’acqua rossastra. Non ne possiamo veramente più! A questo s’aggiunge la difficile mattina trascorsa con cinquanta ragazzi nei laboratori teatrali. Abbiamo avuto difficoltà di ogni tipo: dalla mancanza delle chiavi per entrare nella sala prove, all’assenza di elettricità. Ci siamo improvvisate in esercizi all’aperto al riparo dall’insistente pioggia, ma la vacanza degli educatori (per la festa nazionale) oggi ha reso estremamente difficile il controllo dei ragazzi, già svogliati e indisciplinati.
Il resto del laboratorio è proseguito nella sala, ma con grande dispendio d’energia. Vista la giornata speciale, la disattenzione era elevata e alcuni dei partecipanti riuscivano a guastare la tranquillità degli altri.
Questa esperienza mi ha spinto ad una serie di riflessioni, soprattutto sul senso della nostra presenza qui e sulla necessità di strutturare ulteriormente il programma teatrale con i referenti dei centri El Shaddai.
Domande sul modo di approcciare i ragazzi, sul perchè e sul come, sulla via più giusta da seguire, hanno determinato una piccola crisi, alimentata anche dalla giornataccia piovosa.
Dalle impressioni iniziali, condizionate dal clima di accoglienza che è e rimane fantastico, sono discesa in una riflessione etico-pedagogica.
Bisogna mantenere gli occhi aperti, recuperare il dialogo con sé, risintonizzarsi. Credo che si tratti di una urgenza impellente, abbastanza generalizzata.