Mentre scrivo questo blog ordino l’ultima colazione al Mango Tree di Vagator. Il mio volo parte tra tre ore. Erica, Barbara e Paola stanno gia’ a Mapusa ad occuparsi di varie cose. Diego si sta ‘lentamente’ risvegliando nella sua camera.
Per me l’esperienza e’ giunta al termine, tra poco lo sara’ anche per Pablita.
Ma due nuove forze hanno gia’ fatto capolino ieri notte in India: sono Matteo e Sonia. Porteranno entusiasmo ed energie nuove.
Si troveranno domani con gli altri a Pune, una cittadina a sud-est di Bombay. Sara’ bello vedere i loro visi provati dal viaggio incontrare i sorrisi
aperti del gruppo. A Pune saranno subito di scena con “Il piccolo circo delle carabattole”, uno spettacolo circense che verra’ rappresentato per i ragazzi degli slums e per i figli delle donne costrette alla prostituzione. E’ indispensabile far conoscere loro il sapore della felicita’, del riso innocente della gioia.
Mi mancheranno molto questi giorni trascorsi qui con voi nell’Officina del sorriso. Giorni intensi, carichi di programmi, di obiettivi e di grandi e piccole soddisfazioni.
Mi manchera’ l’obiettivo finale: partecipare alla messa in scena del grande spettacolo con i 200 ragazzi dei centri El Shaddai. Ma sono felice di aver contribuito, in qualche maniera, alla sua realizzazione.
Mi e’ piaciuto scrivere, come meglio ho potuto in condizioni di relativa tranquillita’. Ancora una volta il teatro mi ha toccata con la sua misteriosa forza, che e’ serbata dentro ognuno di noi. L’ho vista nei ragazzi, l’ho vista nelle mie compagne Erica e Barbara che ringrazio per il dono di quest’opportunita’. Ringrazio Diego per il suo esserci concreto e soprattutto ringrazio Pablita per gli scambi sinergici e di vedute durante i nostri brevi viaggi in moto, nei mercati, negli slums, e per la sintonia tra le sue incisive immagini e i miei modesti scritti. Il passo finale e’ una tavolozza che si tinge di mille sfumature, in cui ogni bambina e ogni bambino ha intinto il proprio pennello arricchendola di se’, di colori, di suoni, di vivacita’ e di amore.
Grazie a questa esperienza di conoscenza e consapevolezza di una tra le innumerevoli situazioni tragiche in cui sono coinvolti i bambini e le bambine, mi guardo attorno. Ogni viso che incontro sulla strada, da quello di un adolescente a quello di un neonato, mi porta domande cui non so rispondere. Dietro lui, dietro
lei, una storia che non conosco. E soluzioni concrete che si possono attuare, come l’aiuto che i ragazzi e le ragazze dei centri El Shaddai ricevono quotidianamente.
Basta cosi’ poco, in fondo.
Come racconta Diego, il responsabile indiano della ricerca di finanziamenti dell’organizzazione, molti vengono in India e guardano, si commuovono e
magari si demoralizzano. Solo pochi vedono. E si danno da fare per
scalfire la realta’, per cambiare anche solo di un poco la situazione.
Come accade?
3, 2, 1… piccola rotazione della manina e…pof. Magia!
Magic!, direbbe il piccolo Suresh.
E’ un mistero, direbbe Shakespeare.
Il mistero di cio’ che l’amore puo’ fare.
Un ringraziamento speciale a
Tapas, il nostro angelo custode indiano.
A special thanks to Tapas. His
collaboration and affection to us and to the project is fundamental and
highly generous.
Il mio pensiero vola a tutti voi adulti del futuro, bambini dagli occhi scintillanti.
My thought goes to all of you, sparkling eyes’ children.
Namaste a tutti voi.
Sara