L’ARRIVO A HEBRON

Ricevo dalla Palestina e pubblico le primissime impressioni dei nostri amici impegnati nel progetto Officina del sorriso2008:

"ciao carissimi tutti,
mi spiace molto avervi messo un po’ in ansia e non avere pensato a comunicarvi immediatamente il nostro arrivo a Gerusalemme. Allora tornando dietro di due giorni arriviamo a Tel Aviv e davanti allo sportello di controllo e emissione del visto mi faccio avanti. Gianni, Diego e Mirta sono dietro di noi che aspettano. La tipa nella casetta inizia a chiederermi che cosa abbiamo intenzione di fare in Israele, perche’ siamo venuti, cosa pensiamo di visitare dove andremo ecc. Io rispondo che andiamo a Gerusalemme, poi forse a Betlemme e poi non sappiamo….e questa continua a fare domande, e ancora vuole sapere se andremo in altri luoghi palestinesi e io le dico che non lo so che insomma non lo so e che vedremo e lei continua a insistere che deve saperlo insomma mi mette un po’ di tensione adosso e alla fine forse vedendo un po’ l’insicurezza non so, ci ficca nel passaporto dei foglietti in cui cè scritto "police check" e cosi appena entrate nell’ aeroporto cè un’ altra tipa che ci aspetta e di nuovo domande domande domande […] tipo da quanto ci conosciamo, che facciamo in italia, chi ha pagato il ns viaggio, se intendiamo visitare delle zone palestinesi, se intendiamo fare volontariato, voleva vedere la nostra prenotazione all’ostello di Gerusalemme, ecc. …
Questo tutto sotto gli occhi delle nostre due amiche indiane, che si sono ben guardate dall’avvicinarsi a noi e far capire che erano li ad aspettarci…..poi alla fine controllano tutti i bagagli e li mi aspettavo minimo che ci dividessero e che ci interogassero uno per uno e già pensavamo alla prossima tattica…..e invece dopo avere controllato i bagagli tramite raggi infrarossi ci fanno uscire e ci augurano buon viaggio.
Incredibile,  mi sembrava troppo facile dopo tante domande e invece abbiamo potuto partire insieme con il primo autobus che ci porta a Gerusalemme, e quindi raggiungere con tranquillità il nostro ostello….
La sera poi festeggiamo l’arrivo a Gerusalemme davanti a piatti di humus, chicken kebab e insalatine varie e abbiamo già dimenticato il brutto episodio dell’ aeroporto.
Comunque passiamo ad altro. Raggiungiamo Hebron oggi a pranzo, ci aspetta Ingeborg, la volontaria danese, che ci assiste in questo progetto, ci accompagna al nostro albergo che veramente, per essere quasi l’unica opzione per il soggiorno a Hebron è passato a pieni voti dato che per 11 euro a testa a notte abbiamo 2 camere triple grandi, tv satellitare (si vede meglio e molti piu’ canali che a casa di Erica), frigo, connessione internet 24 dalla nostra camera ( e questo è un po’ un handicap perchè mi toccherà lottare per il mio pc!!) e colazione inclusa….non male vero. e poi abbiamo una grandissima hall per i meeting e del personale veramente delizioso.
Pomeriggio usciamo e visitiamo il centro dove lavoreremo con i bambini (Palestinian Child Club) una organizzazione non governativa locale, fondata nel 1995, e gestita totalmente da gente del posto, con generoso supporto di aziende e enti locali e molto volontariato. Il centro è abbastanza dimesso, ma contiamo di rimetterlo in sesto in 2 giorni anche perchè dopodomani pomeriggio abbiamo il primo incontro con i ragazzi, che fino a domani  sono assenti dato le festività in corso del dopo Ramadan. Infatti anche per questo è difficile trovare negozi e locali aperti durante il giorno, …..
La sera dopo una cena a base di humus e polletto palestinese raggiungiamo il direttore del Palestinian Child Centre e uno dei volontari in un luogo tipico dove gli uomini vanno a fumare, bere tè e giocare a backgammon….ci accolgono a braccia aperte con grande cortesia e entusiasmo una tavolata piena di uomini e ragazzi e con loro , oltre a imparare le regole del backgammon palestinese, parliamo fino a mezzanotte del nostro progetto ma soprattutto della realtà della situazione palestinese, della loro gente, delle loro problematiche con gli israeliani….Questi uomini veramente ci hanno accolto con rispetto e stima e ci hanno organizzato una guida per il pomeriggio sucessivo e una cena a base di piatti tipici palestinesi da degustare al Palestinian Child Centre. La sensazione e il primo impatto con questa gente è veramente bella e gradevole e sembra certa la loro gioia nel vederci qui a Hebron.
 
Bene ragazzi, sono le 1.30 di notte, devo ancora scaricare le foto del blog e quindi per oggi vi mando un salutone. Mar Shalam a tutti voi.
 
Pablita"

Attendiamo le foto e vi auguriamo un ottimo inizio invidiando un poco le insalatine e l’humus….
non vediamo l’ora di vedere i visi di quei bambini. ciao