Dopo le grandi montagne del Nepal al cui cospetto ci inchiniamo con riverenza e rispetto, dopo la polvere masticata nelle jeep 4×4 sulle strade del West Bengala e del Sikkim, dopo le grandi metropoli di Calcutta e Bombay dove la grande contraddizione dell’India è ancora oggi ben visibile tra la consapevolezza di una corsa inarrestabile verso il progresso da una parte e la miseria più nera ed inimmaginabile dall’altra, eccoci nei posti a noi familiari di Goa.
Il gruppo è finalmente al completo con l’arrivo di Paola, Robby, Gianni e Laura dall’Italia e Timira da Bombay. L’entusiasmo è alle stelle, tanta energia e voglia di fare sono presenti in ognuno di noi e finalmente siamo pronti per partire. Oggi sono iniziati i laboratori ma di questo parleremo nel prossimo aggiornamento. Vi anticipiamo comunque alcune immagini scattate nel pomeriggio.
In questo primo blog vorrei raccontarvi (Erica che scrive) un po’ del viaggio con Sonia attraverso Nepal e India del nord.
Se da una parte le alte montagne ci hanno riempito di meraviglia con la loro imperiosa presenza, dall’altra, la visita ad alcuni centri che si occupano di bambini con un vissuto simile ai nostri ragazzi di Goa, ci ha scombussolato l’anima. Uno su tutti. Il centro di Siliguri.
Siliguri, una città a nord di Calcutta, è il crocevia di numerose strade e traffici leciti ed illeciti. Molti sono di passaggio e la prostituzione è una vera e propria piaga sociale. I fanciulli accolti nella struttura visitata, sono bimbi trovati per le strade di città lontane come Dehli, vittime di commercianti senza scrupoli che li hanno comprati dalle famiglie, venduti e rivenduti, passati di mano in mano più volte, per incrementare le fila del lavoro minorile e la prostituzione infantile.
L’Organizzazione si prende cura di loro e ne garantisce l’istruzione presso scuole governative, ne assicura l’assistenza sanitaria, cerca le famiglie e vede se ci sono i presupposti per farli tornare a casa, e tanto altro. Ci siamo fermate un intero pomeriggio a giocare con alcune ragazze ospitate anche di notte perché non hanno altro posto dove andare. E’ stata un’esperienza molto forte e il desiderio di ritornare in futuro con un piccolo progetto è presente tutt’oggi.
La scuola di Fausto de Stefani, poco distante da Kathmandu è stata una piacevole sorpresa. Tanto lavoro è stato fatto e si vede. Ci sono circa 750 studenti di diverse età. Oltre alle normali aule si possono trovare classi di fisica, chimica, biologia e un centro nido per i più piccoli. Un dormitorio e una mensa sono in fase di costruzione.
Abbiamo visitato inoltre una scuola a Nagpur, sempre in Nepal, che ospita ca. sessanta di orfani e un piccolo centro diurno a Gangtok nel Sikkim con cui El Shaddai collabora da circa un anno. Tante possibilità per piccoli percorsi creativi in un domani.
Se qualcuno fosse interessato a farvi visita siamo ben lieti di fornire informazioni, indirizzi e numeri di telefono.
Ora siamo a Goa pronti per un nuovo ed entusiasmante progetto. Venerdì abbiamo incontrato i ragazzi (quest’anno saranno un centinaio) ed oggi abbiamo iniziato i lavori.
Tutti chiedono di Barbara, Diego, Giacomo, Selena, Stefano, clown Matteo e Sara. Nomi a loro noti e mai dimenticati. Un saluto speciale a loro che tanto hanno dato per la crescita di questo progetto negli anni scorsi.
Un benvenuto e un buon lavoro ai nuovi amici e un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno sostenuto e permesso di essere qui anche quest’anno, nella certezza che l’arte è uno strumento di crescita non solo per i ragazzi con cui ci accingiamo a lavorare ma anche per tutti noi.
Arrivederci alla prossima.