Primo giorno a Goa: caldo umido.
L’accoglienza al centro El Shaddai è inimmaginabile: i bambini, specialmente i più piccoli, mi corrono incontro, mi prendono per mano e mi abbracciano, già dopo mezz’ora tutta la scuola conosce il mio nome: hi Veronica!,
Intanto, fervono i preparativi per lo spettacolo finale: alcuni ragazzi si allenano col monociclo, altri provano i pezzi di teatro, danza, giocoleria ed acrobatica.
L’eccitazione in tutta la scuola è alle stelle: si tratta di unire il lavoro fatto in questo mese nei singoli laboratori in un unico meraviglioso spettacolo, si pensa alle musiche, alle luci, ai costumi, al trucco. Ci sarà anche un’installazione, risultato del laboratorio fotografico realizzato nello slum di Chimbel : ritratti, interviste e storie scritte da alcuni bambini, che verranno appese al grande albero nel giardino.
Tutti i ragazzi del centro, uscendo dalle classi, si fermano a guardare le prove eccitati ed ammirati: si siedono accanto a me e commentano le prodezze dei compagni. Sonia è molto fiera dei suoi ragazzi , soprattutto di Sangeetta, unica ragazza che si cimenta nelle acrobazie coi tessuti, una piccola grande soddisfazione.
Secondo giorno a Goa: caldo, umido.
Oggi decido di visitare, insieme ad Erica ( che oramai si orienta per le intricate stradine di Vagator come se fosse ad Arco), la casa dove alloggiano i bambini più piccoli, semplice e spartana ma pulitissima e perfettamente organizzata. Molti stranieri in visita, alcuni passano a trovare i bambini che hanno adottato a distanza, altri solo per giocare un po’ con loro o per lasciare qualcosa. La casa delle ragazze è molto accogliente, interamente dipinta di tuchese, e mentre Sharon ci mostra la stanza con i letti (turchesi), una ragazza alza il volume della musica. Visitiamo anche l’ospedale per bambini malati terminali, appena costruito in cima alla collina dalla fondazione El SHaddai.
Intanto non si fermano i preparativi per lo spettacolo finale: Timira attacca su tutti gli alberi di Goa, non lesinando con lo scotch, il manifesto appena stampato del grande evento, Diego passa le notti a tagliare, rallentare e accelerare i pezzi musicali che faranno da colonna sonora, soddisfacendo ogni più assurda richiesta.
Altre immagini relative al progetto "Officina del Sorriso" sono visualizzabili al link: http://www.flickr.com/photos/laboratoryofsmiles/