ieri mattina siamo stati a fare il primo giro per la citta vecchia accompagnati dal nostro amico palestinese e dalla bionda ingebolt, i suoi capelli biondi non passano inosservati nemmeno dopo tre mesi che sta qui e anche noi 6 del resto siamo un po strani… stranieri insomma qui se ne vedono pochi. – welcome! welcome! – continuano a dirci – welcome to hebron! – shukran- rispondiamo – grazie. – where are you from?- Italia! – India! – Italia! – India!- c’e’ molta gente in giro, ma molti negozi sono chiusi, dobbiamo aspettare domani per vedere come e’ viva la citta’. negozi, bancarelle, gente, fino a la’, poi stop, non si puo passare, un punto di controllo, dietro e’ zona occupata, ci vivono coloni israeliani, i soldati controllano, i palestinesi che ancora abitano in quella zona nonostante le difficili condizioni, devono mostrare i documenti, e non e’ detto che li facciano passare subito. Zona occupata anche il cimitero islamico. Il cimitero islamico zona occupata? si, zona occupata. Qui a Hebron si scherza sul fatto che ai palestinesi tocca prevedere con anticipo quando gli moriranno i nonni per poter fare il permesso e poterli poi seppellire. ha ha ha. seguiamo la strada per la moschea, Ibrahim Mosque, l’atmosfera cambia, nienete bancarelle, negozi chiusi con grossi lucchetti, buchi nella strada e sopra di noi una rete carica di sassi e oggetti vari.
"Under the spider net" si chiama un documentario girato sulla storia di alcune famiglie palestinesi a Hebron e Nablus, e rende bene l’idea la "ragnatela" per questa vita sotto la rete sotto i fucili dei soldati. Alziamo gli occhi: una donna palestinese sul balcone ci guarda, sul tetto di fronte un soldato israeliano, anche lui ci guarda. Eccola qua hebron, due mondi si guardano cercando di affermare il loro diritto di vivere su questa terra.
Al pomeriggio preparazione degli spazi al club:
Diego, Gianni, Pabli e i volontari del club lavorano sodo. incredibile la trasformazione di quel luogo in poche ore. Khaled, il direttore del club, intanto cucina per noi il piatto tipico di Hebron "Up side down" si chiama, tradotto in inglese, riso cucinato con cavolo e pollo, dalla pentola viene poi viene rovesciato, come una torta e servito con yogurt e insalata con peperoni. Ci fanno anche assaggiare una bibita a base di datteri (o tamarindo?) preparata soprattutto per il periodo del ramadan. La serata finisce con partite di ping pong e gianni che perde contro la timi, che gli fa il verso del gallo. E’ davvero umiliato, tra il resto ha preso anche a tressette contro il diego e quindi gli tocchera’ servirgli la colazione!