Giornata di riposo infrasettimanale quella di oggi. Tutti i ragazzi dei centri El Shaddai sono a sud di Goa, nei pressi di Margao, per un picnic sulla spiaggia. L’invito era stato esteso anche a noi che ormai siamo di casa ma, vuoi un po’ per la distanza che ci vedrebbe in sella agli scooter quattro ore tra andata e ritorno, vuoi un po’ perché abbiamo tanto lavoro arretrato da portare avanti, abbiamo deciso di rimanere tra Vagator e dintorni.
Non è però una giornata di vacanza (magari lo fosse….). Trascorrere qualche ora in spiaggia non sarebbe male e anche un bel bagno tra le onde renderebbe questa mattinata fantastica. Siamo abbronzati come i ciclisti d’estate, cotti dal sole sul viso e sulle braccia e bianco latte (chi più chi meno) sul resto del corpo. Mettiamoci il cuore in pace. Dovremo attendere domenica per tirare un po’ il fiato!!
Alcuni di noi sono partiti di buon’ora per Mapusa, con la lista della spesa pronta, per l’acquisto di altro materiale. Ci sono ancora gli acchiappavento da rifare, il carretto da abbellire, i costumi da ritoccare e altri disegni per la scenografia da iniziare. Tutte cose che durante i giorni di prove intensive si possono gestire solo in parte e al rallentatore, vista la continua presenza di occhietti curiosi che ti girano attorno.
Altri sono rimasti a casa a sistemare foto e blog. Adesso che anche Timira di Bombay è con noi, ci sentiamo un po’ sollevati per quello che riguarda riunioni, pianificazioni, dettagli riguardanti la messa in scena degli spettacoli e la pubblicità necessaria per coinvolgere un pubblico numeroso.
Ieri è venuta a trovarci Anita Edgar, la fondatrice dei centri. Nonostante i problemi di salute che la attanagliano da qualche mese, è apparsa in forma smagliante ed entusiasta come sempre. E’ incredibile l’energia di questa donna che, con l’entusiasmo, la determinazione e l’aiuto di persone indiane e non, è riuscita in poco più di dieci anni, a fare di El Shaddai una realtà solida e organizzata. Nonostante i numerosi aiuti internazionali, Anita anche ieri era presente al mercato settimanale di Anjuna che, posso garantire, nelle ore più calde è un vero e proprio forno, per sensibilizzare ogni singolo turista che per caso rallentava davanti allo stand dell’organizzazione. Quel turista, se un po’ sensibile, tra qualche giorno, spinto dalla curiosità, andrà a visitare i centri e incontrerà i bambini. Giocando un po’ con loro, sentirà improvvisamente una stretta al cuore, di quelle che non lasciano indifferenti.
Quello che succede dopo è soggettivo ma, nella maggior parte dei casi, garantito. Ognuno, con i suoi tempi e in base alle proprie disponibilità o capacità, se non dimentica, prima o poi darà una mano.
In fondo, è quello che è successo anche a noi qualche anno fa. L’incontro con Anita allo stand di El Shaddai al mercato di Anjuna, è stata la miccia che ha reso questo progetto realizzabile.