Gianni, il nostro esperto di monociclo, aveva posto una condizione fondamentale per il suo workshop: avere un muro a disposizione, al quale i ragazzi si potessero appoggiare i primi giorni per trovare il giusto equilibrio e la giusta sicurezza.
Un muro … una cosa da niente direte voi…
Non è stato così…
Il muro non si trova.
Sulle lunghe terrazze della scuola, pochi metri di muro si intervallano con le aule delle classi che da venerdì saranno occupate da centinaia di bambini di ritorno dalle vacanze del Diwali, numerose colonne di cemento impediscono il sostegno alle ringhiere, un fossato corre lungo il muretto che circonda la scuola, al piano terra è pieno di gradini, la grande sala in cima è occupata da altri laboratori e della stradina asfaltata fuori dall’edificio non se ne parla.
Tutto per un momento sembrava perduto. Ma poi la disperazione ha lasciato il posto all’ingegno e il nostro Gianni, con l’aiuto di Sonia e di alcuni ragazzi, ha trovato la soluzione alternativa.
Hanno approfittato della demolizione della casetta usata come deposito negli anni scorsi, per appropriarsi di un po’ di legno. L’hanno tagliato, hanno scavato delle profonde buche nell’arida terra rossa del cortile, l’hanno piantato e hanno costruito così una staccionata alla quale i ragazzi si potranno appoggiare.
Laura, al secondo appuntamento per quanto riguarda il video, ha mostrato ai suoi studenti un montaggio delle prime riprese, ed ieri con entusiasmo ha comunicato al gruppo che è stato fatto il primo ciak. Forse tra qualche giorno ci sarà una sorpresa per quanto la riguarda.
Tutti stiamo bene. L’unica con qualche problema di salute è Paola alla quale è uscita di nuovo un’allergia verso qualcosa di ignoto. Si è gonfiata tutta ed è dovuta andare all’ospedale dove le hanno fatto un’iniezione ed ora deve prendere delle medicine. Sembra stia meglio, vista l’energia che sprigiona da tutti i pori e l’eccitazione per il primo giorno di laboratorio fotografico nello slum di Panjin che oggi affronterà con Timira