OFFICINA DEL SORRISO 2009 – FOTOGRAFIA 1

 

 

Paola scrive:

“I partecipanti usano semplici macchine fotografiche compatte a pellicola. Obiettivo del corso: avvicinare i partecipanti a una nuova forma di espressione e narrazione che e’ la fotografia. Incoraggiare i ragazzi ad esprimere sè stessi in modo libero e creativo attraverso l’immagine. Trovare una propria forma di racconto usando la forza dell’ immagine, che non ha limiti ed e’ universale come linguaggio.
Metodologia di insegnamento: gruppo di 12 ragazzi/ne. Si introduce inizialmente il concetto di fotografia, i vari tipi di fotografia e il suo uso. Si spiegano le basi tecniche e compositive della fotografia, supportando il tutto con diagrammi e immagine a slide show proiettate. Esercizi pratici spezzano e alleggeriscono  le fasi piu’ tecniche e intensive del workshop. Il primo esercizio fotografico di casa sara’ una serie di ritratti di famiglia. Dopo 5 lezioni si inizia a realizzare la prima uscita fotografica di gruppo all’ interno dello slum, accompagnati dai tutor del Centro El Shaddai. L’assegnazione di temi fotografici ben specifici aiuta i ns. piccoli fotografi a focalizzare i soggetti da ritrarre. I successivi due incontri serviranno a analizzare, discutere e valorizzare le immagini dei ragazzi con gli stessi ragazzi, facendolo a coppia o a piccoli gruppi si facilita la interazione ed espressione dei propri punti di vista a tutti i partecipanti. Ci saranno altre uscite fotografiche, diciamo almeno 2, ma l’ intenzione e’ quella di lasciare lavorare piu’ liberamente possibile, e in modo autonomo senza accompagnamento, i ragazzi,nello slum.
Le ultime due lezioni serviranno per selezionare insieme agli autori le immagini per la mostra finale, e stendere i testi accompagnatori per le foto, che dovrebbero essere realizzati in modo spontaneo e personale dai ragazzini.

Il ns. workshop sta andando bene, i ragazzi sono sempre molto presenti, partecipano e si entusiasmano, e nonostante alcune sedute abbastanza tecniche e ripetitive sulla composizione nella fotografia per esempio, non ce’ uno che molla, che si annoia o che vuole andare a casa prima. E le macchinette fotografiche vengono tenute in mano oppure appoggiati in terra vicino ai vari “proprietari”come dei piccoli preziosi tesori.
Sono felice, abbiamo fatto un altro passo in avanti per quanto riguarda la conduzione del workshop rispetto alla Palestina…..e io mi sono affezionata a tutti quei piccoli e dolci musetti.”

OFFICINA DEL SORRISO 2009 – MONOCICLO 1

Gianni scrive:

“Ciao bella gente!
Questo corso è iniziato non troppo bene, abbiamo avuto un sacco di problemi per gli spazi, normalmente in Italia ho sempre insegnato in palestra o comunque in un campo con superficie piatta. In india le cose sono ben diverse ma pure i ragazzi non sono da meno. In otto giorni sono riusciti in qualcosa che pure io stento a credere, in otto giorni sono stati capaci di andare da soli su un terreno che è veramente inadeguato. L’impegno e la determinazione è la caratteristica che accomuna questi ragazzi.
Voglio ricordare i loro nomi, i primi due sono due ragazze ( Munni, Poornima, Uday, Akshay, Sharukh, Venkat, Ramesh, Rahul, Sandeep, Shekhar, Krish )
Ora inizia la vera impresa, preparare una dimostrazione in pochi giorni, speriamo che il mio inglese mi sostenga abbastanza per riuscire in tutto questo. Aspetto suggerimenti.
Un saluto a tutti.”

Gianni )–o

SEREN SARA’

  

Tanushree Biswas, la nostra amica e collaboratrice di Pune nonchè filosofa del gruppo, ha scritto l’aggiornamento che segue, ed è con piacere che noi lo pubblichiamo. Invitiamo anche voi ad inviarci suggerimenti sul concetto di equilibrio (Balance), tema del progetto 2009. Cos’è l’equilibrio secondo voi?
Prima però due notizie riguardo la situazione all’interno del gruppo. Gianni è KO probabilmente per via di un virus intestinale e Timira ha un piede fasciato a seguito di una botta accidentale (i raggi x dicono che un osso è scheggiato). Noi li aspettiamo in piena forma per i prossimi giorni di progetto.
 
   
 
Eccovi lo scritto di Tanu:
 
 
What is Balance?
If only we could tell.
An Earth out of Balance,
Untimely cyclonic clouds,
In an Indian winter sky.
 
What is it after all?
An objective search
for a subjective trauma.
 
Will we find it?
After all.
An Answer.
Or will we find it
In Body and Mind
Though not in words.
 
I am in the Goa Express (train no. 2776). Peter* kept his word and rode me here in the nick of time. The rains were setting in, it seemed. But its a cyclone actually, somewhere in Gujrat I heard. I am not sure. We are facing “side effects” I was told by my worried father, who I am guessing was playing it cool. The world is in crisis, we all know that.
 
The journey has been from Fantasy to Reality, somewhere in between them we stand. Always on the edge. Balancing our acts, as smooth as possible. Pretending to understand the ‘what’ and ‘how’ of our movements.
 
Perhaps, in our Movement lies the answer, or perhaps in capturing those Movements and documenting memories we could well reflect on what has passed us.
 
 
Serene and surreal; the clouds fog our visions and the Sun has yet to resolve its conflict with the horizons of Goa.
 
So far…
 
‘Sereno e seren sarà se non sara sereno…sara’
 
* The Tanzanian-Indian owner of the residence ‘Boons Ark, Vagator’ where the team dwells now.
 
  

OFFICINA DEL SORRISO 2009 – TEATRO 1


Erica scrive:

“Sono venticinque i ragazzi coinvolti nel laboratorio teatrale. Alcuni di loro provengono dal gruppo che ha partecipato negli anni scorsi all’allestimento e alla messa in scena dello spettacolo “Fantasia”. E’ stata una scelta voluta perché conto molto su di loro e sul loro vissuto in ambito teatrale. Loro sono di stimolo per i nuovi arrivati e i risultati si vedono. Attraverso l’improvvisazione vogliamo arrivare a qualcosa di concreto per quanto riguarda  la drammaturgia e la preparazione dell’evento finale. Assieme abbiamo capito che l’equilibrio non può essere concepito solamente da un punto di vista fisico e che diverse possono essere le sue definizioni. Per viverlo a pieno, sperimentiamo quotidianamente anche il suo opposto…  solo così risulteremo credibili agli occhi del pubblico che avremo davanti.

Sono molto felice dei miei ragazzi. Dopo quattro anni, vedere una ragazza che alza la mano per offrirsi volontaria in una situazione difficile, mi ha riempito di orgoglio. Per una volta, la concentrazione non è rivolta solo alla messa in scena finale ma a tutto quanto permette di arrivarci nel migliore dei modi. Quest’anno non è così  importante la meta ma il viaggio che ci conduce ad essa. Abbiamo deciso di essere una grande famiglia in queste settimane e all’interno di una famiglia tutti hanno la stessa importanza. Tutti fanno tutto, tutti sperimentano tutto.

Il giudizio e il commento sono lasciati fuori dalla stanza che ci protegge. Solo così impariamo a volare alto.”