Oggi è un giorno importante a Chimbel.
Realizzeremo un set fotografico all’esterno del centro dove i nostri piccoli fotografi avranno l’occasione di diventare per una volta dei veri ritrattisti, invitando gli abitanti dello slum a posare davanti alle loro macchine fotografiche. Le loro madri hanno cucito i teli che serviranno da fondale.
Alcuni ragazzi perlustrano le basi del tetto, dove verrà issato il telo gigante, altri arrivano con i pali di legno, Asif porta una lunga scala, Pushpack, Aisha e Priva provvedono al fissaggio lungo le ringhiere del centro.
Mentre i primi curiosi si fermano a osservare i lavori di montaggio, noi sistemiamo alcuni cartelli in hindi che invitano le persone a posare per noi.
Dopo un breve briefing in classe, in cui ripassiamo velocemente le cose più importanti sul ritratto, raccomandiamo ai nostri ragazzi ancora una volta di osservare con calma, di variare angolazioni e distanze di ripresa, di valutare il cambio di luce e di catturare lo sguardo diretto del soggetti interessati. Poi tutti fuori e scattare.
I primi ritratti sono fatti da Dorothy a Salima e Youleika, le assistenti del centro e madri di due alunni.
Poi è il turno di Altaf, che ha portato due amici, vestiti con abiti eleganti, in mano, come richiesto, un oggetto portato da casa.
Oramai siamo circondati da bambini e curiosi, l’interesse e la partecipazione continua a salire, e i ragazzini del vicinato fanno a gara per farsi ritrarre.
I nostri piccoli ritrattisti sull’onda dell’entusiasmo non riescono più a mantenere una fila ordinata, fanno a gara per scattare, ridono, scherzano, gridano e in poco tempo è il caos totale.
Più volte dobbiamo intervenire per liberare il set dalla folla scatenata.
L’ordine dura pochi minuti, poi di nuovo la vivace confusione della comunità.
Nel momento più caotico, di questo allegro pomeriggio, accorre in aiuto anche Salima (la mamma di Amjad) che, agitando un bastone verso il cielo, rincorre e intima i ragazzini più vivaci a lasciare lo spazio anche agli altri.
Alla fine del pomeriggio avranno posato una trentina di persone, soprattutto bambini ma anche adulti, signore con i loro figlioli e un tipico “Dhaba Walla” (venditore di acqua) del villaggio di Chimbel, con la sua lunga barba bianca e il copricapo musulmano.
A ciascuno verrà consegnata la propria foto, gratuitamente, la settimana prossima durante una delle lezioni di fotografia.
Su ogni immagine apparirà anche il nome del bimbo che l’ha realizzata.
Un prezioso ricordo, e l’opportunità per i nostri piccoli fotografi di donare i loro ritratti alla gente di Chimbel e assicurarsi un posto d’onore nelle loro case.
Di seguito alcune immagini dei laboratori che, nel frattempo proseguono ad Assagao.