Un giro nello slum
Progetti internazionali di solidarietà artistica
Un giro nello slum
Ritornati a Goa, dopo la breve trasferta nel Maharashtra, abbiamo ripreso a pieno ritmo il lavoro nei centri El Shaddai. Il ricordo dell’esperienza a Pune, tra i bimbi e gli adulti degli slums e tra i figli delle prostitute, e’ ancora molto vivo e forte in noi. Una quantita’ enorme di emozioni ci ha travolto camminando, correndo, giocando, guardando, respirando, gioiendo assieme alla gente che negli slums ci vive e che qui in India e’ considerata intoccabile, ultima tra gli ultimi a causa di una legge sulle caste, abbolita da anni, ma che e’ ancora profondamente radicata nel vivere quotidiano. Ai nostri occhi questa gente e’ apparsa fiera e dignitosa. Hanno gradito l’entrata esplosiva di tre piccoli clowns nel loro territorio e l’hanno manifestato in svariati modi, da una stretta di mano a un sorriso che non ti toglierai piu’ di dosso. Ci hanno seguito in massa finche’ il flusso di bimbi e adulti in festa e’ arrivato alla piccola galleria d’arte che ci ospitava. Abbiamo rappresentato il nostro "Piccolo circo delle carabattole" e qui, piu’ di ogni altra volta, ci siamo resi conto di quante barriere si possono abbattere con la magia del Teatro e la forza dell’Amore.
Addesso siamo nuovamente tra in nostri bambini di Goa. Manca poco piu’ di una settimana allo spettacolo finale e non c’e’ tempo da perdere! I ragazzi ci credono e si vede. Durante la nostra assenza si sono allenati con i trampoli, con i fazzoletti, le palline e l’acrobatica. Sono davvero bravi.
Duecento piccoli grandi artisti con la voglia di entrare in scena e dare il meglio di se per far si, che questo viaggio dell’arte, rimanga nel cuore di tutti coloro che ne hanno fatto parte.
Una forza misteriosa mi lega all’India. Ricevo da Barbara lettere incredibili come questa e la voglio condividere con voi:
"Pensa che alcuni amici indiani entravano per la prima volta in uno slum. Inizialmente erano titubanti, ma oramai la nostra forza clownesca era irrefrenabile e ci siamo portati dietro anche coloro che non l’avrebbero mai fatto, chissà se per casta o per paura o per diffidenza…
Io so solo che una volta entrati eravamo un tutt’uno di sorrisi di scherzi di strette di mano e più nessuna differenza esisteva. Matteo, molto bravo nel suo ruolo di dolce clown burlone, ha conquistato i cuori di molti: abbracciava le persone e quante ma quante strette di mano! Io sono corsa per gioco dietro a una bimba fino ad entrare in casa sua, una piccola stanza dove c’era tutto e che pulizia…
Lungo i vicoletti larghi appena un metro a volte si camminava a volte si correva inseguiti da una carovana piena di bimbi tutti col sorriso che arrivava alle orecchie, abbiamo anche interrotto una partita a carte, un cerchio a terra di adulti esclusivamente maschi, e per un attimo mi son detta: ahi ahi! invece anche qui c’e’ stata la più completa accettazione.
Salendo delle strettissime scalette abbiamo finto di andare a trovare la famiglia amica per poi fermarci sul mini pianerottolo ad invadere di bolle di sapone i bimbi che di sotto facevano a gara per prenderle. E gioia gioia gioia! Avremmo fatto in tutto venti minuti così, poi abbiamo trascinato la carovana, fermando il traffico, a teatro e cioe’ all’uscita della galleria d’arte della zona. Cinquanta metri in tutto.
Siamo riusciti a fare "Il piccolo circo delle carabattole", c’erano bambini ragazzi mamme papa’ ovunque anche seduti sui muri di cinta, aggrappati alla rete, ovunque occhi felici. Lo spettacolo ha avuto un successone e tutti alla fine sono venuti a salutarci. Per quanto riguarda i figli delle
prostitute le poche notizie che ho sono queste: vivono tutti in un quartiere e fanno anche la scuola separata dagli altri bimbi. Qui l’ignoranza e i pregiudizi sono forti. La responsabile del Centro ha detto una bella cosa che forse ti ho gia’ scritto: "Noi non possiamo fare niente per cambiare la loro vita ma se per qualche secondo facciamo dimenticare il loro vissuto abbiamo gia’ fatto tanto". Ci siamo riusciti per piu’ di un’ora.
Sonia e’ gia’ affascinata da tutto, ed e’ gia’ tanto quello che ha vissuto in questi soli pochi giorni. Ci manchi ed e’ un vero peccato che tu non sia qui, ma come dice Tanu meglio esserci state anche per poco che per niente. Se sono riuscita a trasmetterti qualcosa… purtroppo non so spedire le foto ma sono bellissime. Mi hanno colpito anche gli uomini e le donne che si avvicinavano con questo sguardo particolare, vissuto ma fiero e contento e ci stringevano la mano come saluto di benvenuto e qui mi son anche detta: "finalmente qualcuno che sa sostenere lo sguardo quando ti stringe la mano", qui le parole non occorrevano. Un grande abbraccio sono felice di essere qui, grazie per avermi fatto piangere leggendo il tuo meraviglioso ultimo blog ciao"
Grazie Barbara, comprendo e il mio cuore si riempie di gioia. Brave ragazze, bravi ragazzi, sono fiera di voi. Sara
Arrivare all’una di notte dopo un volo intercontinentale e scoprire che all’aeroporto di Bombay non c’e’ nessuno che ti attende…. Per giorni i tuoi "amici" ti avevano garantito il contrario! E ATTENDI…ATTENDI…ATTENDI! No problem! Take it easy! That’s India!
Finalmente l’Angelo di Bombay (Tapas) accorre in tuo aiuto per salvarti dall’oscurita’ della notte e dalle incognite e i pericoli che una megalopoli puo’ nascondere. Ti porta a casa sua, ti offre rifugio. Tu lo ringrazi e gli mostri fino alle tre del mattino tutto il tuo repertorio di giocoliere con 80% di umidita’ nell’aria perche’ lo vuoi vedere felice. Decidi quindi che e’ giunta l’ora di fare una bella doccia. Vai in bagno…apri il rubinetto… E ATTENDI…ATTENDI….ATTENDI! …Chiedi notizie… Scopri cosi’ che per tre giorni dovrai farne a meno perche’…l’acqua non c’e’ e non ci sara’! No problem! Take it easy! That’s India!
Il giorno seguente, dopo aver diviso in tre la salvietta umidificata che Air India ti ha generosamente donato durante il volo e che tu fortunatamente non hai utilizzato ma furbescamente imboscato (…just in case..), ci avviamo emozionati ed eccitati verso il Terminal dei voli nazionali. Sara e’ in arrivo da Goa! Non ci possiamo credere! Trascorreremo con lei tutto il pomeriggio prima del suo rientro in Italia previsto per la notte! Riusciremo a darle un abbraccio e a farci raccontare la sua esperienza! Condivideremo con lei gli ultimi istanti del suo viaggio! ……………………………………………….passano i secondi……………..che poi diventano minuti………..che poi diventano ore…………E ATTENDI…ATTENDI….ATTENDI! La domanda sorge spontanea. Abbiamo forse sbagliato giorno?….. Citta’?…….Continente? No!!!!!!!! Semplicemente succede questo: lei esce dal retro e noi aspettiamo per tre ore una persona che non arrivera’ mai!!!! No problem! Take it easy! THAT’S INDIA!!!!
Mentre scrivo questo blog ordino l’ultima colazione al Mango Tree di Vagator. Il mio volo parte tra tre ore. Erica, Barbara e Paola stanno gia’ a Mapusa ad occuparsi di varie cose. Diego si sta ‘lentamente’ risvegliando nella sua camera.
Per me l’esperienza e’ giunta al termine, tra poco lo sara’ anche per Pablita.
Ma due nuove forze hanno gia’ fatto capolino ieri notte in India: sono Matteo e Sonia. Porteranno entusiasmo ed energie nuove.
Si troveranno domani con gli altri a Pune, una cittadina a sud-est di Bombay. Sara’ bello vedere i loro visi provati dal viaggio incontrare i sorrisi
aperti del gruppo. A Pune saranno subito di scena con “Il piccolo circo delle carabattole”, uno spettacolo circense che verra’ rappresentato per i ragazzi degli slums e per i figli delle donne costrette alla prostituzione. E’ indispensabile far conoscere loro il sapore della felicita’, del riso innocente della gioia.
Mi mancheranno molto questi giorni trascorsi qui con voi nell’Officina del sorriso. Giorni intensi, carichi di programmi, di obiettivi e di grandi e piccole soddisfazioni.
Mi manchera’ l’obiettivo finale: partecipare alla messa in scena del grande spettacolo con i 200 ragazzi dei centri El Shaddai. Ma sono felice di aver contribuito, in qualche maniera, alla sua realizzazione.
Mi e’ piaciuto scrivere, come meglio ho potuto in condizioni di relativa tranquillita’. Ancora una volta il teatro mi ha toccata con la sua misteriosa forza, che e’ serbata dentro ognuno di noi. L’ho vista nei ragazzi, l’ho vista nelle mie compagne Erica e Barbara che ringrazio per il dono di quest’opportunita’. Ringrazio Diego per il suo esserci concreto e soprattutto ringrazio Pablita per gli scambi sinergici e di vedute durante i nostri brevi viaggi in moto, nei mercati, negli slums, e per la sintonia tra le sue incisive immagini e i miei modesti scritti. Il passo finale e’ una tavolozza che si tinge di mille sfumature, in cui ogni bambina e ogni bambino ha intinto il proprio pennello arricchendola di se’, di colori, di suoni, di vivacita’ e di amore.
Grazie a questa esperienza di conoscenza e consapevolezza di una tra le innumerevoli situazioni tragiche in cui sono coinvolti i bambini e le bambine, mi guardo attorno. Ogni viso che incontro sulla strada, da quello di un adolescente a quello di un neonato, mi porta domande cui non so rispondere. Dietro lui, dietro
lei, una storia che non conosco. E soluzioni concrete che si possono attuare, come l’aiuto che i ragazzi e le ragazze dei centri El Shaddai ricevono quotidianamente.
Basta cosi’ poco, in fondo.
Come racconta Diego, il responsabile indiano della ricerca di finanziamenti dell’organizzazione, molti vengono in India e guardano, si commuovono e
magari si demoralizzano. Solo pochi vedono. E si danno da fare per
scalfire la realta’, per cambiare anche solo di un poco la situazione.
Come accade?
3, 2, 1… piccola rotazione della manina e…pof. Magia!
Magic!, direbbe il piccolo Suresh.
E’ un mistero, direbbe Shakespeare.
Il mistero di cio’ che l’amore puo’ fare.
Un ringraziamento speciale a
Tapas, il nostro angelo custode indiano.
A special thanks to Tapas. His
collaboration and affection to us and to the project is fundamental and
highly generous.
Il mio pensiero vola a tutti voi adulti del futuro, bambini dagli occhi scintillanti.
My thought goes to all of you, sparkling eyes’ children.
Namaste a tutti voi.
Sara