Entrando a Chimbel si percepisce subito l’odore del pesce appeso ad essiccare davanti alle porte delle case, come dei panni stesi, che inevitabilmente attira tutti i gatti del circondario.
Oggi Erica e Timira si addentrano nello slum, per fare una sorpresa ai bambini del centro.
Al rumore dello scooter tutti i ragazzi corrono loro incontro con un grande boato di benvenuto! Timira incontra gli studenti del laboratorio di fotografia dello scorso anno dopodichè Erica improvvisa un piccolo spettacolo di clownerie e magia, lasciando tutti (letteralmente) a bocca aperta.
Dopo la tradizionale pausa del chai, che viene servito ogni giorno a metà pomeriggio, tocca ai bambini performare per gli ospiti: due presentatrici, una danza tipica, quattro scenette esilaranti con diversi attori … il loro modo per dire “grazie”.
Il gran finale prevede sculture di palloncini per tutti.
A qualcuna, non diciamo il nome (Erica) viene la “brillante” idea di uscire in strada munita di pompetta e sacchetto e, tempo cinque minuti, da tutte le stradine di Chimbel corrono verso di lei frotte di bambini desiderosi di ricevere un fiore rosa, un cuoricino rosso o un coniglietto blu. Viene mandato un sos all’interno del centro e, per qualche istante, il caos è generale. L’organizzazione di una lunga fila, riporta tutti alla calma.
A tutte le famiglie dei ragazzi del laboratorio di fotografia, viene donato il ritratto scattato nella loro casa.
Prima di ripartire per Vagator, siamo ospiti di Sujata, che offre al gruppo l’ennesimo chai. Entriamo nella piccola casa e troviamo quattro persone ad attenderci …. qui Erica, instancabile, improvvisa un altro show, attirando vicini e parenti da ogni dove… lasceremo quella casa, zigzagando, tra ventinove curiosi nel frattempo sopraggiunti.
Prendiamo la via del ritorno stanchi, ma tanto, tanto felici!
Video Parata Margao
Ecco il video realizzato dai ragazzi del corso di Video Editing relativo alla parata di Margao.
Per vedere il video clicca
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Veronica è qui!!!!!!
Primo giorno a Goa: caldo umido.
L’accoglienza al centro El Shaddai è inimmaginabile: i bambini, specialmente i più piccoli, mi corrono incontro, mi prendono per mano e mi abbracciano, già dopo mezz’ora tutta la scuola conosce il mio nome: hi Veronica!,
Intanto, fervono i preparativi per lo spettacolo finale: alcuni ragazzi si allenano col monociclo, altri provano i pezzi di teatro, danza, giocoleria ed acrobatica.
L’eccitazione in tutta la scuola è alle stelle: si tratta di unire il lavoro fatto in questo mese nei singoli laboratori in un unico meraviglioso spettacolo, si pensa alle musiche, alle luci, ai costumi, al trucco. Ci sarà anche un’installazione, risultato del laboratorio fotografico realizzato nello slum di Chimbel : ritratti, interviste e storie scritte da alcuni bambini, che verranno appese al grande albero nel giardino.
Tutti i ragazzi del centro, uscendo dalle classi, si fermano a guardare le prove eccitati ed ammirati: si siedono accanto a me e commentano le prodezze dei compagni. Sonia è molto fiera dei suoi ragazzi , soprattutto di Sangeetta, unica ragazza che si cimenta nelle acrobazie coi tessuti, una piccola grande soddisfazione.
Secondo giorno a Goa: caldo, umido.
Oggi decido di visitare, insieme ad Erica ( che oramai si orienta per le intricate stradine di Vagator come se fosse ad Arco), la casa dove alloggiano i bambini più piccoli, semplice e spartana ma pulitissima e perfettamente organizzata. Molti stranieri in visita, alcuni passano a trovare i bambini che hanno adottato a distanza, altri solo per giocare un po’ con loro o per lasciare qualcosa. La casa delle ragazze è molto accogliente, interamente dipinta di tuchese, e mentre Sharon ci mostra la stanza con i letti (turchesi), una ragazza alza il volume della musica. Visitiamo anche l’ospedale per bambini malati terminali, appena costruito in cima alla collina dalla fondazione El SHaddai.
Intanto non si fermano i preparativi per lo spettacolo finale: Timira attacca su tutti gli alberi di Goa, non lesinando con lo scotch, il manifesto appena stampato del grande evento, Diego passa le notti a tagliare, rallentare e accelerare i pezzi musicali che faranno da colonna sonora, soddisfacendo ogni più assurda richiesta.
Altre immagini relative al progetto "Officina del Sorriso" sono visualizzabili al link: http://www.flickr.com/photos/laboratoryofsmiles/
“BAKRI EID” A CHIMBEL
A Chimbel (lo slum più grande di Goa), oggi si festeggia la giornata del ”Bakri Eid ”, la seconda festa più importante dell’anno per la gente di fede musulmana, festività che ricorda la richiesta di Dio ad Abramo di sacrificare suo figlio Ismaele, sacrificio che verrà eseguito uccidendo un montone al posto suo.
L’85% dei 14000 abitanti di Chimbel è di fede musulmana. E’ evidente quindi, lo stato di eccitazione che si respira nelle strade.
La giornata inizia all’alba con il sacrificio di alcuni animali (vitelli capre agnelli e pecore).
Segue una cerimonia di diverse ore nella moschea, dove gli uomini si riversano in preghiera.
Tutti indossano i loro abiti migliori: le donne e le bambine adornate con fiori profumati nei loro capelli corvini, sfoggiano sari o kurta bellissimi e coloratissimi. Bracciali d’oro, collane e orecchini, risaltano la bellezza dei loro volti.
Gli uomini vestono camicioni lunghi e rigorosamente bianchi, abbelliti da ricami e il classico copricapo islamico.
Diversi ragazzi del corso di fotografia ci hanno invitato nelle loro per festeggiare assieme questo giorno speciale.
Arriviamo a Chimbel e, come sempre, i bambini giocosi sulle strade ci accolgono con un caloroso “CIAO CIAO”!
E’ mezzogiorno, il primo appuntamento è a casa dei fratelli Abzal e Sarfaraz. La madre dei ragazzi ci aspetta davanti a casa. La salutiamo regalandole una foto scattatale qualche giorno fa, che è subito oggetto di ammirazione da parte di tutti i familiari compresi nonno, zio e tanti piccoli nipoti e cugini.
Ci vengono assegnati i posti più ambiti all’interno della stanza, che pullula di occhi curiosi e lucenti. Rimaniamo diverso tempo, assaggiando il famoso dolce del “Bakri Eid”, una minestrina di latte, crema, noci e spaghetti trasparenti di riso (praticamente un pasto).
Più tardi, tra i vicoletti di Chimbel e sotto un sole cocente, raggiungiamo a piedi la casa di Fayaz. Con lui abitano, oltre la famiglia, la nonna, una sorella del padre, suo marito e la figlia.
Non facciamo neanche in tempo a salutarli, che ci troviamo già tutti a “tavola”.
La “tavola” è una tovaglia di velo alto, di colore rosso e nero, stesa a terra, imbandita di vassoi pieni di riso pulav, lenticchie e verdure cotte.
Il pranzo è una delizia ma, sapendo quello che ci aspetta qui a Chimbel, non esageriamo nelle dosi. Ci congediamo, non prima di aver mangiato altro dolce.
All’esterno ci aspetta, impaziente e sudato, Amjad, un altro ragazzino del corso di fotografia, che ci guida sorridente e fiero verso la sua minuscola dimora: una stanza di 5 mq e un retrostanza di altri 4 mq in cui vivono due adulti e quattro bambini.
Salima, la mamma di Amjad, donna dai gesti amorevoli e alquanto energici, ci saluta con una forte stretta di mano e ci fa accomodare su delle stuoie a terra. Manda il figlio a comprare soft drink coloratissimi nella bottega del villaggio e nel frattempo di serve la seconda razione di riso e dal.
Le visite proseguono fino a sera e, tra una casa e l’altra, ci scorrono davanti agli occhi le variopinte scene di strada di Chimbel. Le vie, appena il sole diventa più clemente, si riempiono di bambini urlanti, donne impegnate a intrecciarsi capelli o a lavare panni e stoviglie, uomini intenti in conversazioni di gruppo, qualche mucca sonnolenta, cani, galline e chi più ne ha, più ne metta!!
Lasciamo lo slum alle otto di sera, dopo il lungo rituale del Mehindi, un tatuaggio temporaneo eseguito con hennè rosso, sulle nostre mani.
La statistica di pasti ingeriti alle ore 20.00 sarà la seguente: sette dolci del “Bakri Eid”, tre pranzi completi a base di riso, lenticchie e verdure più un numero imprecisato di soft drinks.
Altre immagini relative alla parata di Panaji "Prevention of Child Abuse" sono visualizzabili al link: http://www.flickr.com/photos/laboratoryofsmiles/
Situazione dell’Infanzia
Mentre pubblichiamo altre immagini relative alla parata del 14 ottobre a Margao e in attesa dell'enorme corteo previsto per oggi a Panaji, vi trasmettiamo alcuni dati relativi alla situazione dell'infanzia in India, caratterizzata ancora oggi da condizioni di vita precarie.
Secondo una ricerca commissionata dal Governo Indiano nel 2007, più della metà dei bimbi indiani è vittima di abusi.
Per "abusi" si intende violenza fisica, sessuale, psicologica, lavoro minorile, compravendita di bambini destinati alla prostituzione, infanticidi, abbandoni, rapimenti e ogni atto che degrada la dignità del bambino, ogni atto che toglie al bambino la possibilità di soddisfare i suoi bisogni primari (cibo, trattamenti medici, istruzione).
Noi, anche oggi, siamo in piazza con i nostri ragazzi per dire NO a tutto questo.
Il rapporto completo è visualizzabile al link: wcd.nic.in/childabuse.pdf
Ricordiamo che altre immagini della parata e tutte le foto del progetto sono visualizzabili al link: http://www.flickr.com/photos/laboratoryofsmiles/